Cambiò allora a Madrid la scena, e tutti gli aderenti di Olivares caddero in disgrazia del sovrano. Fra questi eravi il duca di Medina las Torres genero del disgraziato ministro, che da sei anni governava colla carica di vicerè il regno di Napoli. Questi perciò fu rimosso, ed in di lui vece fu destinato a quel viceregnato il nostro conte di Modica (1509). Il dispaccio reale non gli arrivò che tardi; il duca di Medina las Torres, cui fu diretto, indugiò qualche tempo a spedirglielo, lusingandosi che il re all’aspetto di un donativo di un milione, che egli gli stava procurando nel regno di Napoli, si potesse cambiare, e determinarsi a lasciarlo nello stesso impiego.
      Il conte di Modica non partì da noi, che nel mese di aprile 1644, ma prima di allontanarsi, considerando quanto fosse necessario che la città di Palermo fosse custodita coi cannoni, ordinò con un dispaccio viceregio che il senato di Palermo dovesse in ogni anno far fondere un pezzo di artiglieria di bronzo per guarnire le fortezze della città, il chè fu eseguito di poi puntualmente, e si veggono oggi ne’ cannoni, e nelle colubrine, che si trovano al castello a mare i nomi de’ pretori, nel reggimento de’ quali sono state fuse, e l’anno, in cui furono fatte. L’atto suddetto è dato dei 22 di marzo di esso anno, e fu registrato nello archivio del senato per poi eseguirsi ai 4 del seguente aprile (1510).
      [328] La partenza del conte di Modica fu da Messina a Palermo per far fagotto. Da qua nei primi di maggio partì per Lipari, dove credea di trovare il suo successore, con cui dovea conferire molti affari concernenti il servigio del sovrano, e il bene del regno; ma come questi non era ancora arrivato, si affrettò di passare in Napoli, dove giunse ai 6 di maggio dello stesso anno (1511). Restarono crucciati i Siciliani nel vedersene privi; imperocchè eglino l’amavano sinceramente.