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      Che che sia di ciò, tornò con questa notizia la tranquillità nel regno.
      Memorabile fu l’anno seguente 1646 per l’arrivo in Palermo a’ 4 di maggio di Maometto Celbes. Era questi figliuolo del re di [331] Tunisi Amar Day, e non avea che diciannove anni. Si presentò egli al marchese de los Veles, e gli raccontò, che avendo da molto tempo desiderato di farsi cristiano, sotto il pretesto di andare a caccia si era allontanato dalla regia, dove non era possibile di conseguire quanto bramava; ed avendo trovato alla spiaggia un brigantino, vi si era imbarcato, ed era venuto a Mazara, e di là per terra si era recato a Palermo. Gli fu creduto senza altro esame, e il vicerè contento di questo acquisto, che facea la cattolica religione, dopo di averlo ricevuto con ogni onorificenza, lo consegnò ai padri Gesuiti, acciò lo istruissero nei sacri misterî. Quei religiosi gli fecero capire gli arcani della nostra santa legge; e Maometto ne fu così bene informato, che fu creduto atto a ricevere le acque battesimali. La mattina dei 6 di maggio, quando non erano ancora scorsi due giorni dalla di lui venuta, nel tempio detto di Casa professa, che fu adornato di superbi apparati, facendo da padrini il vicerè, e la viceregina, monsignor Ferdinando Andrada arcivescovo di Palermo successore del cardinal Doria, che era morto ai 19 di novembre 1642 lo battezzò, e lo chiamò Filippo in onore del re Cattolico (1522). Santa disciplina di nostra chiesa dei primi secoli, che prescrivesti lunghe, e penose prove prima di ammettere alcun neofito alla partecipazione dei sagrosanti misterî, e al sagramento della regenerazione, quanto ti compiango!


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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