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      Sul far dell’alba adunque de’ 22 di agosto nella piazza della Marina si radunò un immenso stuolo di armati. Erano alla testa degl’innumerabili pescatori Francesco Cannella, e Giuseppe Boccadifuoco. Conducea Francesco Perdico portiere del vicerè, di cui dovremo in appresso favellare, un’altra non indifferente truppa tratta dal quartiere dell’Albergarìa, e v’era anche venuto tutto il collegio degli orefici. Vi comparì ancora il vicario generale dell’arcivescovo co’ suoi preti, e Mr. Los Cameros giudice della monarchìa con altri ecclesiastici, e secolari appartenenti al suo tribunale. Costoro non erano co’ breviarî alla mano, come sarebbe loro convenuto, ma vestiti di usbergo con spada al fianco, e pistole innanzi cavallo, e rinnovando l’esempio del pontefice Giulio II, erano pronti a far guerra, e a correre la stessa lancia cogli artisti, che incoraggiavano a far strage de’ nemici della patria. Alla piazza Vigliena era in armi tutta la nobiltà guidata da Stefano Regio sargente maggiore, ed uno de’ governatori della città, che vi avea anche piantato un pezzo d’artiglieria. Il deposto senato co’ suoi ministri, ed uffiziali stavasene nel Cassero a cavallo, e armato. Vi erano inoltre delle pattuglie comandate da più coraggiosi cavalieri, che giravano per la città ad oggetto d’impedire ogni disordine. La divisione, ch’era nella piazza della Marina, fu squadronata da Lazzaro Ugarre uomo prode, e sperimentato nell’arte della guerra; e poi con un cannone s’avviò verso l’edifizio nuovo, volgarmente detto la vicarìa, ed ivi si fermò aspettando l’inquisitore Trasmera.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



Appendice - Indici - Note




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