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      Fu quindi strepitato, e correndo la plebe alla casa del senato richiese che la meta si fissasse a grana sei. Mentre la turba stavasene a fare queste istanze, e crescea di momento in momento, passò il marchese di Monte Allegro, che andava al tempio di S. Giuseppe, per adorarvi la immagine di S. Andrea Avellino, di cui celebravasi nel dì 10 novembre la festa. Corse dunque il numeroso popolo affollandosi attorno al di lui cocchio, e chiese la diminuzione suddetta. Parve a questo accorto cavaliere, che temea una nuova sollevazione, di compiacerlo, e l’accordò. Ma fatta la plebe più insolente, dimandò che allo stesso prezzo dovesse vendersi il vino dei padroni di luogo, nel che il marchese, per impedire un male maggiore, fu condiscendente. Di questa seconda grazia restarono dispiacciuti i proprietarî, che si vedevano privi del loro antico privilegio, e per conservarselo fecero chiudere le loro botteghe, e magazzini. Se ne irritò il popolo, e minacciò di bruciare le suddette cantine, se non si vendeva loro il vino al prezzo stabilito da sua eccellenza. Le circostanze non permetteano di contradire; e perciò fu di mestieri, che i padroni di luogo riaprissero le botteghe, e i magazzini, e sagrificassero al pubblico bene il particolare loro interesse (1560).
      Stava già per suscitarsi un nuovo tumulto nel dì 11 dello stesso mese per causa di Leonardo Cacciamila console dei calderai. Costui era stato eletto dal marchese de los Veles barrigello, o capitano dei birri, e per questo posto non molto onorevole i suoi si davano un’aria di grandezza.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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