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      Eranvi in Palermo due giureconsulti famosi per eloquenza, cioè Antonio del Giudice, e Giuseppe Pesce, i quali al talento del parlare univano uno spirito sedizioso, ed inclinato alle novità. Passandosi dunque da un discorso in un altro intorno alla supposta morte nelle conversazioni de’ nobili, che frequentavano, eglino destramente insinuavano che sarebbe stato oramai tempo di scuotere per sempre il giogo delle potenze straniere, e di eligersi un re nazionale. Rifletteano in conferma del loro progetto, che vi erano in Sicilia delle famiglie antichissime, le quali per nobiltà di sangue nulla aveano da cedere a’ più illustri sovrani; e perciò opinavano che dovesse alcuno illustre personaggio cingersi del serto reale; nel qual caso non v’era dubbio, che questo regno sarebbe risorto dalla oppressione, in cui era stato per più secoli, come provincia di altri regni, e sarebbe ritornato, avendo il proprio sovrano, nel primiero splendore, in cui si era veduto sotto i principi normanni, gli svevi, e gli aragonesi. Restarono convinti molti nobili da questo seducente progetto, e fra di essi il conte del Mazzarino, il quale come colui che per l’antichità della famiglia Branciforti, di cui era capo, e per i molti feudi che possedea, era uno dei principali magnati della Sicilia, lusingavasi che la scelta sarebbe di leggieri caduta sul suo capo. Gli accorti due giureconsulti fomentavano le speranze del Branciforti, il quale avendo un seguito di parenti del pari cospicui, potea molto agevolare la impresa; ma il loro segreto disegno era di metter sul trono il duca di Montalto, che credeano il più adatto a sostenersi la corona; avendo date delle riprove non equivoche dei suoi talenti nel governare nei luminosi impieghi di presidente del regno di Sicilia, e di vicerè di quello di Sardegna, che nei calamitosi tempi, nei quali si era trovato, con tanto decoro sostenuti avea.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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