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      Dal processo, che già si era incominciato a fare, e dalla previa confessione dei delinquenti, che abbiamo additata, vennero eglino in cognizione che uno dei congiurati era il ridetto Simone Rao, il quale siccome era soggetto al tribunale del Santo Uffizio, fu per ordine dell’inquisitore Trasmera preso, e carcerato nella fortezza di Castellammare (1603).
      Entrando poi l’anno 1650, agli 11 di gennaro fu anche carcerato Giovanni del Carretto conte di Ragalmuto, che per la sua ostinazione non avea voluto abbandonare la Sicilia, e a’ 14 dello stesso mese fu pubblicato un bando contro quei nobili, che erano fuggiti, cioè contro Ferdinando d’Afflitto, Giuseppe Ventimiglia, Pietro Opezzinga, Giuseppe Requesens, e il conte del Mazzarino. Tutti costoro come capi della congiura furono dichiarati rei di lesa maestà, e meritevoli di morte: al solo conte del Mazzarino, come a colui, che avea rivelata la trama, si accordava il perdono, ma colla condizione di presentarsi al governo, sotto la pena di confiscarglisi i beni, se ricusava di farlo (1604). Per questi stessi cavalieri già banditi fu posto ai 28 dello stesso mese il taglione di due mila scudi, che si avrebbe guadagnato quello, che avesse consegnato alcun di loro o vivo, o morto; promettendosi anche a colui, che lo avesse presentato, oltre il dono dei due mila scudi suddetti, anche il perdono da qualunque altro delitto, che commesso dinanzi avesse. La [360] stessa indulgenza nel detto bando era accordata a coloro, che avessero avuto parte alla cospirazione, e ai loro aderenti ancora, purchè buonamente si presentassero.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



Appendice - Indici - Note




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