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      Arrivato alla cattedrale vi fu cantato solennemente il Te Deum, dopo il quale ritornò collo stesso accompagnamento al regio palagio. Nei seguenti giorni continuarono i festivi trattenimenti, essendosi la sera illuminata la città, ed essendosi fatti alcuni fuochi artificiali nella stessa piazza dirimpetto alla sua abitazione. I rendimenti di grazie all’Altissimo per la prosperità delle armi spagnuole furono del pari di suo ordine fatti per tutto il regno (1617).
      Non ebbe la Sicilia la sorte di godere molto tempo del governo di questo principe. Essendosi ribellata al re Filippo IV la Catalogna, questo sovrano conoscendo i talenti militari del suo figliuolo, nè avendo altri, che fosse capace di domarla, lo chiamò colla flotta siciliana in Ispagna. Perciò egli nel mese di maggio 1651 si dispose a partire, e dopo di avere a’ 28 di esso mese con suo dispaccio eletto per presidente del regno Antonio Bricel Ronchiglio (1618), partì lo stesso giorno con una squadra di tredici galee, sei delle quali erano napolitane, e veleggiò prima a Trapani, d’onde al primo buon tempo s’avviò al suo nuovo destino, abbandonando per sempre il nostro regno.
      Mentre questo principe governò la nostra Isola, e appunto nel secondo soggiorno, che fe in Palermo, accaddero de’ disgusti colla religione di Malta. Alcuni armadori francesi, la maggior parte de’ quali era comandata da’ cavalieri di Malta, infestavano i nostri mari, e piombando sulle barche de’ sudditi della Spagna, se ne impossessavano a grave danno di coloro, che vi aveano interesse.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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