Fu poi fatta nel piano di S. Erasmo al primo, e a’ 3 del seguente dicembre la rassegna della medesima, che si trovò numerosa di 1822 cavalli (1643). Mentre si faceano questi preparamenti, e si stava in allarme sul timore che il regno fosse assalito, la flotta francese nei primi di dicembre, soffiando un vento favorevole, partì alla volta di Napoli, dove arrivò ai 12 del medesimo mese, non del mese antecedente di novembre, come per errore scrisse il Giannone (1644). Non arrecò quell’armata danni considerabili nella nostra valle, salvo alcuni piccoli, che ne soffrì la Favignana. Saputasi la partenza dei Francesi, il duca viceregnante diede ai 6 di dicembre il permesso ai baroni, e alla loro gente di ritornarsene liberamente (1645).
      Quantunque la comparsa della ridetta flotta francese nei nostri mari fosse accaduta per un puro caso, nondimeno essendo certa la nimicizia della casa di Borbone con quella d’Austria, e nota la ostinazione del cardinale Mazzarino per abbattere la Spagna, poteva bene avvenire, che un giorno, o l’altro fosse per comparire nei nostri mari qualche altra squadra, che avesse per scopo l’acquisto della Sicilia. Perciò il duca dell’Infantado, avvicinandosi la primavera dell’anno 1655, si determinò di tornare a visitare le città marittime della valle di Mazzara, e le isole vicine, e ai 2 di maggio di quest’anno partì [368] da Palermo, menando seco la viceregina, e parecchi ministri. Arrivato a Trapani, visitò l’isola della Favignana, dove ordinò che si fabbricassero alcuni forti per metterla in istato da potere per lo meno resistere allo sbarco dei nemici.