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      Allora il duca di [370] Ossuna spedì nuovi ordini per tutte le città marittime del regno, comandando, che in verun modo non si lasciassero approdare barche, che venissero da Civitavecchia, o da altro luogo della costa romana; prescrivendo, che le medesime si obbligassero a venire o in Palermo, o in Messina, dove si erano date le ulteriori provvidenze per soggettarle ad una rigorosa contumacia (1653). Così le frequenti cure di questo governante accompagnate dalle sollecitudini del magistrato della sanità salvarono il regno tutto dal contagio, che, quantunque fosse alle porte di esso, non giunse giammai a penetrarvi.
      Ma se la Sicilia fu lieta dal vedersi libera dalla peste, trovossi in capo a poco tempo immersa nel più amaro cordoglio per la perdita che fece di questo adorabile vicerè. Nei primi giorni di ottobre s’infermò gravemente, e nel dì 12 dello stesso mese se ne morì. Lasciò scritto l’Auria (1654), che il duca di Ossuna fra le istruzioni, che avea avuto dalla corte, ebbe quella, nel caso ch’ei morisse, o che per qualche cagione dovesse partire dalla Sicilia, di lasciare per presidente del regno o il duca di Usseda suo figliuolo, o l’arcivescovo di Palermo, o fra Martino Redin gran priore di Navarra. Monsignor de Leon arcivescovo di Palermo era morto la stessa notte, in cui era arrivato questo vicerè; e perciò non poteano essere più nominati a questa presidenza, che gli altri due, i quali erano lontani dalla Sicilia; il duca di Usseda trovavasi in Ispagna, e fra Martino Redin in Malta.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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