L’Amico ancora, commentando le decadi del Fazello (1660), scrive, che ei andò a Messina per estinguere le turbolenze fra Villapaderna stratigoto, e il senato di quella città. Noi volendo esser giusti coi Messinesi, come deve essere uno imparziale storico, crediamo, che l’Auria, e l’Amico siensi ingannati, e che la principale cagione, per cui il priore di Navarra si mosse, fosse un’altra, e appunto quella di essere più a portata di accudire a’ suoi interessi in Malta.
      Ad intender ciò fa mestieri di sapere, che il gran maestro dell’ordine Gerosolimitano Paolo Lascaris Castellard era decrepito contando già gli anni novantasette della sua età, e che da molto tempo si faceano dei maneggi in quell’isola per dargli il successore nel caso che morisse. Il principale dei concorrenti era appunto il nostro luogotenente, il quale avea un partito numerosissimo, che colla sua lontananza non si era punto infievolito, avendolo sostenuto il commendatore Antonio Correa Sousa suo intimo amico. Mentre duravano queste pratiche, e si aspettava la morte del gran maestro, era necessario che il Redin si trovasse nella minore distanza possibile da Malta; e siccome delle due città, dove i governanti della Sicilia da molto tempo solevano dimorare, la più vicina a quella isola era Messina, così egli, per potere avere [372] più frequenti, e sollecite notizie da’ suoi amici si determinò di fissare nella ridetta città la sua dimora (1661).
      Morì in fatti il vecchio Lascaris ai 14 del mese di agosto dello stesso anno; ed essendosi subito, come è costume, trattato di dargli il successore, il partito del Redin trovò dei molti, e gravi ostacoli.