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      Mentre il nuovo presidente del regno [374] stavasi in contumacia, arrivò in Palermo la fausta notizia, che la regina di Spagna a’ 28 di novembre avea partorito un figliuolo, ch’ebbe il nome di Filippo Prospero, con ordine, che si celebrassero per questo felice avvenimento delle grandiose feste. Non fu per allora possibile di eseguire i comandi reali, stando monsignor Rubeo confinato nel Lazzaretto; perciò rimettendosi a miglior tempo le solennità, per allora furono sonate le campane per la città, e vi fu lo sparo delle artiglierìe del castello, e de’ forti urbani.
      Erano scorsi trentaquattro giorni, da che l’arcivescovo, e la sua gente purgavano la dimora, e a buona sorte eglino godevano la più prospera salute. Quindi assicuratasi abbastanza la deputazione della sanità da ogni sospetto, dispensò agli altri cinque giorni, che restavano a compiere la quarantena; e restò contenta, che monsignore venisse in città. Potea egli fare la pubblica entrata in due modi, e come presidente del regno, e come arcivescovo della città. Scelse egli questo secondo, come più conforme allo stato suo ecclesiastico, e solo volle, che nella piazza della cattedrale stesse disposto uno squadrone di soldati spagnuoli, che impedisse la calca della plebe, quando entrava in chiesa (1672). Questo solenne possesso fu preso agli otto di gennaro 1658, in cui fu registrato ancora il dispaccio sovrano della sua presidenza (1673).
      Dopo la pubblica entrata pensò monsignor Rubeo a misura degli ordini arrivatigli dalla corte di celebrare le feste per la nascita del nuovo principe, che cominciarono a’ 23 di febbraro, e continuarono sino al seguente marzo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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