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      Non ostante la scorta, che avea il percettore, fu fatto prigione, e fu menato a quella città, dove entrò fra le fischiate, e le derisioni della sollevata plebe, e fu condannato allo infame, e doloroso gastigo di quattro tratti di corda. Cessato il primo furore del popolo, fu dato luogo alla riflessione, e fu considerato quanto irregolari fossero stati i passi, che si erano sino allora dati, e che si correa rischio di perder tutto, se non si prendea uno espediente alla imminente rovina della città. Furono quindi eletti due soggetti di talento, cioè Carlo di Gregorio, e Vincenzo Pellegrino, acciò partissero tosto per Madrid, per prevenire il sovrano, ed ottenere di essere liberati dalle vessazioni del vicerè. Non disperavano eglino di ottenere quanto dimandavano, appoggiati al credito di Ascanio Ansalone duca della Montagna, il quale oltre di essere messinese, trovavasi personalmente nemico del conte d’Ayala (1685). Tutti questi fatti non accaddero nello stesso anno, ma durante il triennale governo di questo vicerè. A noi però è piaciuto di rapportarli sotto il medesimo punto di veduta, per non più ritornarvi.
      Avea il medesimo convocato il parlamento per li 27 di marzo 1661. Nel dì dell’apertura dimandò oltre i consueti donativi uno straordinario accrescimento di dote per la serenissima Maria Teresa già regina di Francia, come si era costumato in simiglianti occasioni (1686). Noi non sappiamo precisamente indovinare, per qual motivo siesi poi tardato sino a’ 9 di luglio dello stesso anno a darsi dagli ordini dello stato la risposta all’inchiesta del conte di Ayala.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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