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      Imperocchè non solamente vietarono a questo prelato la entrata in città, ma inoltre tagliando il canape, a cui era attaccata la galea, sul di cui bordo ei stavasene, l’obbligarono a ritornarsene in Palermo, d’onde era partito (1731). Questa ingiuria fatta al vicerè nella persona del suo ministro per una certa malintesa politica non fu, come era il dovere, [386] abbastanza gastigata dalla corte di Madrid; e chi sa, se questa inopportuna indulgenza usata verso i medesimi non apportò dipoi quelle tristi conseguenze, che tennero così agitata la monarchìa, e produssero indi la rovina di quella florida città.
     
      CAPO XXX.
      Claudio Lamoraldo principe di Lignè vicerè.
      La elezione di questo vicerè fu fatta in Madrid a’ 17 del mese di marzo, nel qual giorno fu sottoscritta la cedola reale (1732); ma egli non comparve alle viste di Palermo, che a’ 29 del mese di giugno. Fu incontrato in alto mare dal suo antecessore, il quale imbarcatosi su di una galea siciliana andò a rallegrarsi del di lui felice arrivo, e lo stesso giorno andò a Castellammare, dove ricevette colla principessa sua moglie i complimenti del senato, del ministero, e della nobiltà. Fece di poi il suo pubblico ingresso a’ 7 del seguente luglio, in cui recandosi alla cattedrale fe il consueto giuramento (1733); ma non andò a risedere nel regio palagio, volendo che vi continuasse a stare il duca di Alburquerque, sino che fosse arrivato il dì della sua partenza.
      Era il principe di Lignè un cavaliere di una famiglia illustre, e trovavasi insignito del toson d’oro, che in quella età era un distintivo non molto comune.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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