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      Crebbero le cure del governo per una tumultuazione suscitatasi per lieve causa in Messina, che fu un effetto della penuria dei grani. Cercava un orefice, cui aveva di fresco partorito la moglie, un poco di pane bianco; ed incontratosi in un servidore, che ne portava, ne richiese in grazia un pezzetto; ma essendosi questi negato, perchè dovea recarlo al suo padrone, quegli tentò di strapparglielo a forza. Ne nacque quindi una zuffa, e il servo restò ferito. La plebe facile ad agitarsi ad ogni lieve aura, cominciò a tumultuare, e a mormorare contro i senatori, che dispensavano il pane di ottima condizione alla nobiltà, escludendone i popolari. Accorsero i senatori istessi per sedare il popolo ma furono respinti, ed un di essi della famiglia Spadafora restò piagato dallo stesso orefice. Era strategoto Luigi dell’Oyo, cui fu da ambe le parti ricorso, il quale prese lo espediente di far fuggire l’orefice in Calabria, e così per allora fu quietato il tumulto.
      Non sono di accordo gli storici intorno al carattere di questo strategoto. Se si odono i Messinesi, costui era un furfante, nemico della nobiltà, e del senato, che col manto della pietà seppe coprire la sua ippocrisia, frequentando i tempî, visitando negli ospedali gli ammalati, e profondendo a favore de’ bisognosi abbondanti limosine; avendo perfino in quella carestìa venduto il suo vasellame di argento. Soggiungono, che così avendosi guadagnato il favore del popolo, cominciò a spargere la semenza della discordia: dichiarando che la città era male [389] governata per la prepotenza de’ senatori, e dei nobili, che con potere dispotico amministravano le pubbliche rendite, e traggevano considerabili lucri nelle compre, e nelle vendite de’ viveri, ch’esitavano a caro prezzo a carico de’ meschini.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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