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      Non potendosi dunque comporre senza strepito queste differenze, spedì da Messina il generale delle galee marchese di Bajona, dandogli trecento soldati spagnuoli, e inoltre tutti i capitani riformati, e i così detti Trattenuti, che viveano col soldo del re per servire in ogni bisogno. Le due galee, con cui partì il Bajona, giunsero in Palermo, e per i cattivi tempi non poterono tosto partire, ma non fu questa dimora infruttuosa, perchè si prepararono in essa capitale tutti gli attrezzi militari, che erano necessarî in caso di resistenza, e si diedero gli ordini che partissero subito per Trapani cinquanta soldati da cavallo, detti borgognoni, per rinforzo alle truppe, che seco recava il marchese di Bajona (1756).
      Non fu però mestieri di adoprare le armi. Sparsasi in Trapani la notizia, che già la cavalleria dei borgognoni era arrivata ad Alcamo, e che a momenti sarebbono comparse le galee cariche di truppe, per costringere il popolo alla dovuta ubbidienza ai senatori, i consoli alla vista dell’imminente pericolo di essere castigati, da cui erano minacciati, tornarono in cervello; e considerando che colui, che li avea stimolato a sollevarsi, era Girolamo Fardella cavaliere povero, e [392] intraprendente, che si era fatto capo della sedizione, presero lo espediente di prevenire il castigo, consegnando la loro guida nelle mani del governo, come fecero, assaltando la di lui abitazione, carcerandolo coi figli, e mettendolo sotto la custodia del castellano. Questo passo salvò la città dalla strage; avvegnachè arrivato il marchese di Bajona, nè trovando resistenza alcuna, si occupò all’esame della sedizione, e fe carcerare, oltre il Fardella, che era già in prigione, dodici dei principali delinquenti; giacchè gli altri al primo avviso dell’avvicinamento delle regie truppe si erano da per loro condannati ad un volontario esiglio.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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