Parte dei rei fu appiccata, e parte mandata in galea. Al Fardella, che era il capopopolo, fu mozzato il capo, e così tornò la pace a Trapani (1757). Restò il Lignè compiacciuto del buon esito di questa spedizione; e per prevenire ogni futuro tumulto, volle che il Bajona facesse ergere in quella città una torre, la quale servisse insieme alla difesa di essa, e fosse un freno al popolo per non più rivoltarsi. Fu questo forte edificato in un braccio presso la città, chiamato volgarmente Pietro Palazzo, e fu munito di artiglieria.
      Quietati i moti di Trapani, e trovandosi Messina in una tal quale apparente tranquillità, volle il vicerè visitare i castelli di Siracusa, di Agosta, e di Catania. L’oggetto di questo viaggio fu appunto il mettere le città marittime del regno in istato di difesa. Turbava il ministro di Madrid la guerra dichiarata all’Olanda dalla Francia, e dall’Inghilterra; e i rapidi progressi, che faceano le loro armi contro questa repubblica, lo teneano agitato; ed affine di bilanciare l’eccessivo potere di quelle due nazioni, avea la corte di Spagna fatta lega con quella repubblica, alla quale si erano anche uniti l’augusto Leopoldo, e Carlo IV duca di Lorena. E come le due potenze nemiche si erano anche rese forti per mare, era a temersi che o i Messinesi, o i Trapanesi che si erano rivoltati, non invitassero alcuno, o ambi di essi potentati al possesso della Sicilia. Laonde il principe di Lignè incaricato dal gabinetto di Madrid della difesa del regno, prese lo espediente di osservare coi proprî occhi le fortificazioni delle città marittime le più esposte, e di darvi le opportune provvidenze per renderle atte alla difesa: valendosi del famigerato ingegniere Carlo Grunebergh, per la di cui opera fessi in Siracusa il famoso taglio, per cui divenne quella città una penisola guarnita di fortificazioni, e di baluardi, per mezzo dei quali potevasi qualunque flotta nemica tenere agevolmente lontana (1758).