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      La ostinazione del marchese di Crispano nel negarsi alle premure loro, fu la sorgente della rovina di Messina, e del pericolo, in cui fu il regno di cadere in potere de’ Francesi. I Malvizzi riputarono come propria la causa di Adamo, e i Merli credettero esser loro dovere il sostenere la risoluzione dello strategoto. Ecco accaniti gli uni contro gli altri; molte sorde voci allora si sparsero per Messina; i Malvizzi accusavano i Merli, che avessero in animo d’impossessarsi de’ castelli per assoggettarli; questi all’incontro incolpavano i Malvizzi, che avessero a cuore di eccitare un nuovo tumulto, e che aveano perciò chiamata della gente armata da’ vicini casali. Era tale il fermento, che a momenti si aspettava che scoppiasse una sanguinosa guerra civile.
      Il marchese di Crispano, temendo che qualunque tumulto, che potesse nascere, non fosse attribuito a sua colpa, pensò di chiamare i senatori alla sua abitazione, per indurli a quietare i cittadini; e in ciò sarebbe stata lodevole la di lui condotta, se non avesse fatti schierare innanzi la porta di essa dugento soldati spagnuoli per atterrirli. [395] Intrepidi non ostante i senatori salirono le scale, e presentatisi allo strategoto furono da lui avvertiti, che se voleano mostrarsi fedeli al sovrano, e zelanti del pubblico bene, tranquillassero la città, gastigando severamente coloro, che suscitavano de’ rumori. Risposero brevemente i senatori, che non era da sperarsi la pace in città, se non si frenava la petulanza de’ Merli, e la loro inudita rapacità. Punsero queste parole lo strategoto, che n’era il fautore, il quale non serbando quella moderazione, che deve essere inseparabile da colui che governa, cambiò linguaggio, e rimproverò i senatori istessi: che disse essere i promotori della sedizione, minacciandoli di farli appiccare vergognosamente per la gola, se non cambiavano condotta.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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