Fe la viceregina celebrare solenni esequie [410] al caro suo sposo nel real tempio di s. Pietro del palagio, e lo fe seppellire nella chiesa sotterranea dello stesso, e vi fe apporre un ben lungo epitaffio, che vien rapportato dall’Auria (1813): testimonio della tenerezza di una moglie afflitta, ma non un monumento della verità. La elezione di questa dama non fu punto approvata dalla corte, come si fa chiaro dalla carta reale sottoscritta in Madrid ai 5 di luglio di questo anno, registrata in Palermo a’ 13 del seguente agosto, che rinviensi nel tomo III delle prammatiche (1814), con cui annullando il re Carlo II la elezione fatta dal marchese di Castel Roderico, comanda, che in avvenire i vicerè non possano nominare interinamente nel viceregnato di Sicilia le loro mogli, nè il sacro consiglio acconsentire a cotali scelte. È degna di essere osservata la principale ragione, che se ne adduce: pues de mas, que siendo el Virrey de Sicilia en lo ecclesiastico dessa Monarchia legado nato de sù santidad, y saria implaticable este puesto en quien por naturaleza es incapaz de exerçerle (1815). Per altro questo governo donnesco fu assai breve; nè durò, che ventisette giorni, come or ora saremo per dire, nel quale spazio, aspettandosi di momento in momento il luogotenente interino destinato dal re Cattolico, nulla di nuovo vi fu fatto.
     
      CAPO XXXIV.
      Ludovico Fernandez Portocarrero cardinale luogotenente interino.
      Trovavasi in Roma, come si è detto, il cardinale Portocarrero, dove dopo il conclave, in cui era stato eletto Clemente X, si era fermato, e avea ottenuto per la morte del cardinal Moncada la così detta protettorìa della Spagna (1816), ed era stato già avvisato dalla corte di Madrid, che dovesse, quando mai fosse morto il marchese di Castel Roderico, della di cui vita molto si temea, portarsi in Palermo a prendere le redini del governo.