Il richiamo di questo amabile governante fu funesto a’ Messinesi, che colla di lui partenza perdettero ogni speranza d’iscansare il meritato gastigo. Egli arrivato in Ispagna servì fedelmente il re, e giunse ad essere anche presidente del consiglio dell’Indie; ma trovandosi già in una età decrepita, chiese il suo congedo dalla corte, e si ritirò in abito secolaresco nel convento de’ PP. Cappuccini di Salamanca, dove menò una vita tranquilla, e pia (1826).
     
      CAPO XXXVI.
      Francesco de Bonavides conte di Santo Stefano vicerè.
      Sebbene il Gonzaga non avesse neppur compiuto un anno del suo viceregnato, con cedola de’ 17 di agosto di questo istesso anno 1678 fu rimosso, e gli fu destinato per successore Francesco Bonavides conte di Santo Stefano, come costa dal dispaccio segnato in detto giorno, ed anno in Madrid (1827). Era questi vicerè di Sardegna, e subito che udì il nuovo suo destino, si affrettò a partire, ed arrivò in Palermo a’ 29 del seguente novembre. Non potea egli prender possesso del viceregnato, giacchè la carta reale non era ancora arrivata in Sicilia; ma [415] il consultore, che trovavasi in Messina col Gonzaga, operò per modo, che ottenne da quel buon principe, mostrandogli che la elezione era certa, e veniva confermata dalle lettere del marchese de los Veles vicerè di Napoli, che sottoscrivesse ai 5 di dicembre un atto viceregio, con cui permettea che il conte di Santo Stefano entrasse nel governo della Sicilia. Dietro a quest’ordine del Gonzaga prese egli possesso agli 11 dello stesso mese nella cattedrale di Palermo.