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      Il vicerè continuò a fermarsi in Palermo, dove a’ 13 del mese di giugno prese nuovamente possesso del governo di Sicilia, che il re Cattolico con sua cedola segnata in Madrid a’ 5 di aprile 1683, che fu registrata in Palermo a’ 18 di maggio (1855) gli confermò per altri tre anni, contento della saggia condotta, ch’ei avea sin’allora tenuta, e andò al solito a fare il giuramento alla presenza del senato, del sacro consiglio, e della numerosa nobiltà. Ebbe egli inoltre nello stesso anno l’occasione di alloggiare nel regio palagio, e di trattare nobilmente il conte di Aguilar ammiraglio della squadra spagnuola. Giunse questa flotta in Palermo a’ 3 di ottobre, la quale spedita dal re, non si sa per qual destino, fu assalita ne’ mari di Corsica, e di Sardegna da una violenta tempesta, per cui non ebbe altro scampo, che quello di voltar le prore, e di ricoverarsi in questo porto. Il conte di Santo Stefano all’udirne l’arrivo andò in persona al Molo per salutare l’ammiraglio, e fattolo montare sulla sua carrozza lo condusse ad abitare seco: e durante la dimora, che vi fece, trattò il medesimo, e i di lui uffiziali con lauti banchetti, con feste, e con altri divertimenti. Questi accoglimenti furono molto graditi dallo Aguilar, e da tutta l’uffizialità, come lo contestarono con riconoscenza, quando abbonacciatosi il mare si congedarono per proseguire lo intrapreso viaggio (1856).
      Si avvicinava intanto il tempo, in cui ricorrea il triennale parlamento, e già sin da’ 16 di dicembre avea avuto il vicerè l’ordine di convocarlo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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