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      Ebbe egli il solito regalo di mille oncie, e furono ricompensati, come negli antecedenti parlamenti, il di lui cameriere maggiore, e gli uffiziali regî.
      Morì intanto il segretario di stato Felice Lucio de Spinosa, e fu universalmente compianto da’ Siciliani, i quali riconoscevano dalla di lui probità, e dai rari di lui talenti la retta amministrazione della giustizia per tutto il regno. Prevedevano eglino che perduto quest’uomo, sotto un vicerè austero, e neghittoso, con un nuovo segretario, che non fosse del pari onesto, e giusto, sarebbe stata la Sicilia soggetta ad innumerabili aggravî. Se si esaminano con rigorosa critica le azioni dello Spinosa, non si trova in esse la menoma colpa, salvo che non si voglia reo di aver suggerito, seppure è vero ciò che lasciò scritto il Longo (1896), al duca di Uzeda di unire colla sua libreria il tesoro de’ manoscritti tolti a Messina dal conte di Santo Stefano.
      Accadde l’affare come i Siciliani pronosticato aveano. Fu successore dello Spinosa Felice della Croce Haedo, uomo in vero di grandissimi talenti, ma furbo, e astuto; il quale da destro cortigiano, consigliando gli studî amati al vicerè, prese a suo carico tutta la cura del governo; e arrogandosi ogni autorità, cominciò ad operare dispoticamente, spogliando i tribunali, e i ministri della loro autorità, vendendo le cariche, e condannando i rei a multe pecuniarie, colle quali si arricchiva, e lasciava intanto che impunemente si commettessero i delitti da coloro ch’erano ricchi, e in istato di comprare la dovuta pena.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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