È però da sospettarsi che nelle brighe, ch’ebbe la nobiltà con Ugone di Moncada, non si sapesse comunemente che vi fosse questa prammatica, parendoci inverisimile che siasi contrastata a quel vicerè la continuazione nel reggimento di Sicilia a fronte di due prammatiche, la seconda delle quali non solamente fa rinascere la prima dell’anno 1465, ma annulla i dispacci emanati a favore di Gian Tommaso Moncada maestro giustiziere, coi quali era abolita la prammatica prima. Noi confessiamo ingenuamente di non avere avuta sotto gli occhi questa seconda prammatica dell’anno 1478, e che avendo letta la prima, e avendola trovata rivocata col dispaccio di sopra accennato dei 25 di luglio 1477, credemmo di non esservi altra prammatica, che rinnovasse l’antica, nel quale errore ci trasse ancora il capitolo del regno (tom. II, cap. 4, pag. 9), dove i Siciliani dimandarono allo augusto Carlo V, che se ne formasse una legge perpetua, senza mentovarsi nè la prima, nè la seconda prammatica del re Giovanni: Item perchè si have sempri ad attendiri di procurari lo quieto viviri, e riposo di lo dicto regno, si supplica vostra Altezza hagia di declarari, et intendasi per ligi perpetua ordinata, quando felicementi poi di loro longissimi, e prosperi anni li catholici re di questo regno di Sicilia passano di questa vita, quello si trova vicerè o cum altro titulo a lo regimento di lo dicto regno, hagia da continuari lo officio so, et intendasi durari in dicto regimento fina la Catholica majestà noviter regnanti dispona quillo comanda, o di continuarlo, o fari nova creationi, et continua fina a lo advento di lo successuri in dicto offitio.