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      Ma questo duca invece di rendersi migliore in questo cambiamento di governo, per acquistarsi la grazia del nuovo re, e per attirarsi l’amore de’ Siciliani, divenne peggiore, e fu in odio a tutta la nazione. Cambiando di condotta non pensò che ad arricchirsi, per quel che portava la fama, spolpando il regno, e vendendo le grazie, che debbono essere gratuite, e gl’impieghi, che non è giusto di accordare, che alle persone meritevoli. Conferì certamente a rendere malcontenti i nazionali la ingordigia del marchese di Cassenica suo figliuolo, che fu intento sempre a far denari (1949).
      Le doglianze de’ nostri contro l’avarizia del vicerè, e del di lui figliuolo giunsero finalmente a Madrid, e penetrarono nel gabinetto del re. Il viceregnato di Sicilia è una [444] carica molto rispettabile, e per l’autorità di cui si gode, e per i lucri che se ne ricavano; nè saranno mancati a quella corte dei personaggi, che volentieri agognassero all’acquisto di questo posto. Non era poi malagevole di rappresentare al monarca, che il Veraguas era attaccato alla casa d’Austria, da cui era stato esaltato, e perciò nemico della famiglia reale de’ Borboni. Premea a Filippo V lo avere in Sicilia, dove era minacciato di poter soffrire la guerra, un governante, che fosse affezionato alla sua schiatta, e che sapesse farsi amare da’ popoli, tenendoli contenti, e tranquilli. Laonde si determinò a privare del governo della Sicilia il duca di Veraguas, e a sostituirgli un soggetto, che fosse secondo le sue brame.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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