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      Rappresentarono eglino al cardinale viceregnante, che l’erario regio, consegnando i beni sequestrati, ne avrebbe sofferto un considerabile danno: avvegnachè co’ frutti di essi beni si erano pagati in passato i soldi alle truppe della cittadella, e delle castella, che prima si guarnivano a spese di Messina; e che, mancando questi, il real patrimonio dovea soffrire l’aggravio di somministrare da sè il denaro per la manutenzione delle mentovate soldatesche. Il cardinale, che non potea da sè risolvere questo spinoso affare, ne scrisse al re Filippo V. Questo sovrano ne consultò il suo avolo Luigi XIV, il quale rispose, che le grazie reali non possono ritirarsi; e che perciò ordinasse a’ suoi ministri la pronta esecuzione di quanto ei per la mediazione sua accordato avea a’ Messinesi, e così fu fatto.
      Questa favorevole determinazione del sovrano fe ingallozzire quei cittadini, i quali credendo già di essere ritornati nel possesso de’ loro privilegi, cominciarono a gloriarsi di quanto ottenuto aveano a pro della patria contro le risoluzioni della casa d’Austria, a parlar male della nazione spagnuola, e a mettere di nuovo in campo le fazioni di Merli, e di Malvizzi. Nè di ciò contenti pretesero, che si togliesse la statua di Carlo II, e si rifondesse l’antico campanone, facendone vive istanze al conte di Tolosa, di cui abbiamo poco fa fatta menzione. Questo real principe cercò di disingannarli: avvertendoli, che così facendo correvano risico di cadere nello sdegno delle due corti di Spagna, e di Francia.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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