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      In questo intendimento partì il detto porporato a’ 26 dello stesso mese; ma prima che vi arrivasse, fu costretto a ritornare. Fu egli richiamato dalle istanze fattegli dal pretore, e da’ ministri regî, che gli avvisarono che si fosse veduta ne’ nostri mari una flotta nemica. Vi ritornò egli dopo cinque giorni, che n’era partito, cioè ai 31 dello stesso mese. Si seppe poi, che il timore suscitatosi in Palermo era panico, e che la creduta squadra non era, che un convoglio di navi mercantili olandesi scortato da sette vascelli da guerra (1976). Non si allontanò nonostante il cardinale dalla capitale per far la meditata visita; nuove urgenze ve lo trattennero, come or ora diremo.
      Giovanni Mauro della terra di Giuliana, che facea la professione di cocchiero, dopo di aver servito molti anni in Palermo, andossene in Roma, dove introdottosi alla presenza dell’ambasciadore cesareo, gli fe sperare, che avea modo di far voltare tutta la Sicilia a favore dell’imperadore, tostochè egli l’avesse accompagnato colle sue lettere commendatizie. Noi non sapremmo decidere qual fosse maggiore, se la temerità di costui, che si compromettea di attirare i Siciliani ad acclamare per sovrano l’augusto Leopoldo, o la dabbenaggine dell’ambasciadore, che fidò in questo vile uomo, e si lusingò che vi potesse riuscire. Il fatto fu, ch’ei fu rimandato in Palermo con lettere del ministro cesareo, che facea delle grandi promesse a coloro, che avessero agevolata la sollevazione. Lo sconsigliato cocchiero arrivato nella capitale fe capo a Giuseppe del Bosco principe della Cattolica, cui forse avea servito.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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