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      Presa da’ Tedeschi la città di Alcantara, non si tenea più ivi sicuro, e gli fu di mestieri per consiglio de’ suoi generali, di sloggiarne per allora, sebbene vi sia in capo a poco rientrato. Intanto erano venute in potere dei Tedeschi Alicante, e Cartagena. Nelle Fiandre del pari le armate gallispane aveano avuta la peggio: molte città aveano già riconosciuto l’arciduca per sovrano (1987): e nell’Italia erano svaniti tutti i progressi fatti dalle stesse truppe: si era levato l’assedio di Turino, e tutto il Milanese per il valore dell’impareggiabile principe Eugenio riconosceva per suo sovrano il ridetto arciduca (1988).
      Le notizie di questi rapidi progressi degli eserciti imperiali, e delle disfatte delle truppe gallispane arrivava di mano in mano nella nostra isola, e rattristavano gli animi dei Siciliani. Il marchese di Bedmar non lasciò da una parte di suggerire all’arcivescovo, che in tanti disastri era necessario di placare il Dio degli eserciti, e di pregare per la prosperità delle armi del re; alle quali insinuazioni inerendo il santo prelato prescrisse con suo editto, che agli 11 di aprile si facesse una solenne processione, e si cantasse la messa per implorare la divina protezione (1989); e dall’altra continuando la fama a recare delle nuove del pari disgradevoli, chiamò a’ 10 di agosto la nobiltà, cui prescrisse il servigio militare per la difesa del regno, e nel dì 18 dello stesso mese comandò, che i collegî degli artisti di Palermo si mettessero in armi, a fine di guardare i baluardi: assegnando ogni giorno tanti consolati, quanti erano i forti, che difender dovevansi (1990).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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