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      Fomentavano questo errore i malcontenti, i quali confermando la plebe in questa credenza, faceano rinascere nei loro cuori il vecchio odio dell’anno 1282, e le gelosie, che furono allora la principal cagione, per cui i Francesi tutti ch’erano in Sicilia, furono barbaramente trucidati.
      Contribuì in qualche modo a far credere che fosse vero quanto si andava divulgando lo stesso marchese di Balbases, il quale si era determinato di affidare la custodia dei baluardi della città alle truppe venute da Spagna, fra le quali erano gl’irlandesi. Noi non sappiamo da che mai siesi mosso il vicerè a questo pensamento, se perchè era in qualche diffidenza del popolo palermitano, come lasciò scritto il contemporaneo canonico Antonino Mongitore (2009), ovvero perchè credesse, ch’essendo queste truppe agguerrite, avrebbono meglio maneggiate le armi, e le artiglierie in difesa della città. Vuolsi da alcuni, ch’ei vi si fosso indotto, non solamente per tenere in freno i cittadini, ma inoltre per un principio di economia; giacchè intendea disgravare l’erario regio del mantenimento di queste soldatesche, che [458] meditava di far pagare alla città, alle chiese, e alle persone facoltose; giacchè servivano per la loro difesa.
      Questa determinazione, ch’ei già stava per eseguire, giunse alle orecchie dei consolati, ossia dei collegi degli artisti, i quali credeano di avere la prerogativa, che la difesa e la custodia dei baluardi della città si dovesse affidare a loro medesimi, come sempre si era fatto in tutte le urgenze, in cui si era trovata la capitale.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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