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      Accrebbesi il rumore negli altri consolati, i quali sebbene non avessero, stando lontani da quei contorni, questo particolare interesse, sospettavano nondimeno, che l’oggetto di collocarsi ivi le soldatesche, era appunto per metterle più a portata di occupare i tre baluardi del Tuono, del Vega, e dello Spasimo, ch’erano da presso ai magazzini. Laonde tutti di accordo tornarono a presentarsi al pretore, e richiesero a vive istanze, che fossero loro consegnati i detti baluardi. Il duca di Cesarò disse loro, che codesto non era uno affare da risolversi su due piedi, e che bisognava consultarlo; e chiese perciò qualche giorno per soddisfarli. Parve ai consoli, che il pretore cercasse con questa dilazione di addormentarli, e siccome dubitavano che di momento in momento non potessero i soldati impossessarsi di quei forti, nel qual caso sarebbe stato più malagevole il farnele sloggiare, si radunarono nella chiesa della Vittoria per risolvere nelle presenti circostanze ciò che fosse d’uopo di fare; e dopo varî discorsi conchiusero, che fosse espediente di prevenirli, malgrado che il duca di Cesarò non ne avesse loro accordato il permesso. In questa intelligenza la notte dei 25 di maggio non solo occuparono i tre mentovati forti, ma quello ancora nominato la Balata, e gli altri ch’erano attorno alla città. Il duca udendo questa novità, corse subito ai bastioni, per persuadere gli artisti ed evacuarli; ma cantò ai sordi. Eglino non solamente ricusarono di ubbidire, ma chiusero perfino la porta in faccia al loro capo (2010).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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