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      Furono fra questi dubbî raddoppiate le guardie alle porte; fu stabilito, che non si permettesse ch’entrasse in città gente armata; fu dimandato, che quattro cavalieri almeno pernottassero cogli artisti ai baluardi, per far con essi la guardia; e fu finalmente richiesto, che i cannoni, ch’erano alla Garita, fossero trasportati nei due forti della Balata, e di Montalto, e che gl’Irlandesi, ch’erano restati, subitamente ne partissero (2018). Per guarirli dalla frenesia fu ogni cosa accordata dal vicerè, e dalla nobiltà, e furono preparati dei vascelli, per trasportare gli altri Irlandesi, che non erano partiti nella prima spedizione.
      Al primo giorno del seguente giugno si radunarono i consolati nella chiesa di s. Maria la Nuova, dove volle esser anche presente il buono arcivescovo monsignor Gasch, e furono ivi discussi varî punti per trovar modo di calmare la città. Ma vi erano in Palermo degli spiriti inquieti, ai quali non piacea la tranquillità della patria, e che amavano di pescare nel torbido. Costoro l’aveano già posto all’orlo del precipizio, e poco mancò che non si rinnovasse la tragica scena. Rapportarono eglino ai consoli, che il palagio si era già armato contro la città, che volea distruggere: e dall’altra parte riferirono al vicerè che stasse all’erta; giacchè gli artisti si erano determinati di tempestare il palagio coll’artiglieria dei due di sopra da noi mentovati forti. Lo scopo di questi scellerati era appunto di suscitare una battaglia civile fra il palagio, e i detti due bastioni, durante la quale eglino avrebbono avuto tutto l’agio di saccheggiare dappertutto, e di arricchirsi.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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