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      Si dava orecchio alle delazioni, senza esaminarsi, se l’oggetto di coloro che denunziavano, fosse di vendicarsi de’ loro nemici: ogni menomo motto detto inconsideratamente, o che potesse avere un senso equivoco, era severamente punito. La politica spagnuola non avea potuto finallora adottare la massima di Ottaviano Augusto, che suggeriva a Tiberio di disprezzare le parole (2038). Egli è certo, che in questo anno, e nel seguente si viddero tratti a morte molti sospetti di tradimento, fra’ quali parecchi capitani spagnuoli, che furono trasportati da Messina; perchè era fama, che avessero tentato di dare in potere degli Austriaci il castello del Salvadore di quella città, e che fu anche incolpato di intelligenza cogl’imperiali Mr. Girolamo Ventimiglia vescovo di Lipari, che fu bandito dagli stati del re Cattolico, e andò a ricoverarsi a Roma (2039).
      Quantunque la capitale fosse tranquilla, vi stava nondimeno il marchese di Balbases mal volentieri. Non avea egli potuto dimenticare, che per quietarla gli era stata data la legge da’ collegî degli artisti, e ch’era stato costretto, suo malgrado, di accordar loro quanto dimandato aveano, cioè la custodia de’ baluardi, lo allontanamento delle truppe irlandesi, e quanto abbiamo raccontato. Laonde si determinò di fissare la sua abitazione in Messina, ch’è la rivale di Palermo. Vi si dispose sotto il pretesto, che ivi era necessaria la sua presenza acciò gl’imperiali, che subornati aveano gli uffiziali spagnuoli, de’ quali abbiamo riferita la condanna, non tentassero nuove cose.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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