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      Dopo varî dibattimenti finalmente il venditore consegnò loro due libbre, e mezza di ceci, che in tutto importavano il valore di un semplice tarino siciliano.
      Avvisato Mr. Tedeschi di questo fatto, quasi che i catapani avessero leso i sacri diritti della ecclesiastica immunità, ne fe un rumore grandissimo. Per non attaccarsi brighe per una bagattella, e per quietare l’ingiustamente sdegnato prelato, furono consigliati i maestri di piazza a restituire quei pochi ceci, che il bottegajo avea loro dati, e così eseguirono. Questo atto di sommissione non bastò al vescovo; pretese che il magistrato destinato all’annona autenticasse con uno strumento pubblico codesta restituzione; e poichè i ministri di esso ricusarono di compiacerlo, egli punto non incaricandosi che i suoi ceci erano stati già restituiti, venne a’ monitorî che furono intimati a’ catapani, e dopo quattro giorni fulminò la scomunica maggiore contro di essi, dichiarandoli vitandi. Questa violenta condotta di monsignore obbligò il governatore dell’isola a darne parte al marchese di Balbases, ch’era, come abbiamo osservato, in Messina, e dimandare le istruzioni di ciò, che far doveasi. Il vescovo, acciò la consulta del governatore non andasse sola, spedì a Messina uno dei suoi canonici, per informare a suo modo il vicerè. Questi nell’udire la stravaganza del Tedeschi, montò in collera, e fe carcerare lo innocente canonico. Inteso il vescovo della prigionia del suo inviato, venne egli stesso a Messina, per legittimare i passi da sè dati.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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