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      L’altro era diretto a Mr. Gasch arcivescovo di Palermo, che si accusava di lentezza nello avere trascurato di promulgare con suo editto gli ordini della ridetta congregazione. Siccome poi oltre il suddetto arcivescovo si erano astenuti dal dare questo passo tutti gli altri prelati, trattine i tre vescovi di Catania, di Girgenti, e di Mazara, perciò il cardinal Paulucci segretario di stato scrisse una lettera ai vescovi renitenti, e al vicario di Morreale data in Roma ai 30 dello stesso mese, in cui lodando la pronta ubbidienza dei tre, che aveano eseguiti gli ordini della santa sede, fa loro sapere, che è volontà del papa, che eglino pubblichino la lettera della congregazione, o con editto simile a quello degli altri, o in qualunque altro modo che piacesse loro. Quale effetto abbiano prodotto i mentovati brevi, e la lettera del cardinal Paulucci lo diremo sulla fine di questo capo.
      Noi intanto, prima di passare a dar conto di ciò che accadde nel seguente anno 1713, dobbiamo riferire un bando promulgato sul principio del presente anno 1712, che abbiamo differito di rapportare fino ad ora, per non interrompere il filo della controversia fra le corti di Roma, e di Sicilia. Fu questo bando reso pubblico ai 22 di febbraro, e per esso fu vietato ogni commercio coi Genovesi, coi Veneziani, coi Lucchesi, e coi Parmeggiani, e fu prescritto ai consoli delle mentovate nazioni, che fra il termine di quindici giorni sloggiassero dal regno di Sicilia (2052). Questo bando fu fatto in seguito di un ordine del re Cattolico Filippo V spedito da Madrid a’ 30 di novembre dell’anno antecedente 1711. Siccome arrivato in Milano l’augusto Carlo VI vi ricevette gli ambasciadori delle tre repubbliche di Venezia, di Genova e di Lucca, e quello del duca di Parma, che si congratulavano con questo principe per il serto imperiale che ottenuto avea, la corte di Madrid riputò d’allora queste potenze come sue nemiche, e perciò ordinò il nostro monarca, che i pubblici rappresentanti di esse sfrattassero da’ suoi stati (2053), e che i loro connazionali fossero discacciati dai suoi regni.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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