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      Il dispaccio fu dato in Messina ai 18 di luglio. Fe anche lavorare una lampade di argento di squisito gusto, e del valore di cinque mila scudi, che mandò in dono alla cappella di santa Rosalia nella cattedrale di Palermo, dove fu per la prima volta esposta, ed ammirata dagl’intendenti nel dì 14 dello stesso mese, in cui cade la vigilia della invenzione delle reliquie di questa beata romitella (2082).
      Si trattenne Vittorio Amedeo in quella città fino agli ultimi di agosto, e di poi partì di ritorno a Palermo per via di mare, accompagnato da sette vascelli, parte inglesi e parte maltesi, e da due galee. Ebbe prospero viaggio; giacchè muovendosi da Messina ai 29 di agosto, fu nel nostro porto ai 2 del seguente settembre. Già si sapea in città, che non vi si sarebbe fermato, e sarebbe andato colla regina in Savoja. Era arrivato il giorno prima con due altre galee il conte Annibale Maffei destinato vicerè di Sicilia, il quale non entrò in Palermo, ma si trattenne al Molo alla così detta Quinta Casa, che allora possedevano gli espulsi gesuiti (2083): aspettando che partisse il re, per prender possesso del viceregnato. Restarono i sovrani a bordo, nè ebbero animo di scenderne; ricevettero però le visite della nobiltà, del senato, dei prelati, e dei ministri amareggiati del loro allontanamento. Nei giorni seguenti scese il re, e andò alla cattedrale per venerare le reliquie di s. Rosalia, al di cui altare prese dalle mani dell’arcivescovo, che vi celebrò la messa, il pane eucaristico, e poi venne a mangiare al regio palagio, dove accolse coloro ch’erano andati a visitarlo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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