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      Comechè i Tedeschi si fossero vantati di essere stati vincitori, la verità è nondimeno che vi rimasero perdenti; giacchè gli Spagnuoli restarono nelle loro trincee, e i piccoli posti, che acquistarono gl’imperiali, erano di poco momento. La perdita de’ Tedeschi fu considerabile, come ognuno può rilevare; e vuolsi che fosse montata a quattro mila. Fu assai minore quella degli Spagnuoli, i quali però ebbero de’ morti, e de’ feriti assai ragguardevoli. Fra questi si mentova il cavalier di Bette fratello del vicerè marchese di Lede. Questi diede subito conto della ottenuta vittoria con lettera segnata lo stesso giorno in Francavilla al marchese di Montemar, che dopo di avere conquistato il castello di Termini, era rimasto in Palermo a comandare le armi. Arrivò questa notizia a’ 23 del mese, e tosto ne furono rese grazie al Dio degli eserciti nella cattedrale. Per tre giorni restò la sera illuminata la capitale, e si udirono gli strepiti delle artiglierie in segno di gioja (2136).
      Sospettavasi nel campo spagnuolo di un nuovo assalto nel dì seguente; ma il conte di Mercy, o perchè essendo restato ferito nel primo assalto non era in grado di comandare, o assai più verisimilmente, perchè vedea, che vi avrebbe invano consumato il tempo, cambiò il piano delle sue operazioni, e per allora occupò la Motta di Camastra, e si tenne sulle colline, per non poter essere molestato dalle artiglierie spagnuole, e per avere libero in ogni evento il passaggio a’ lidi del mare. Questa inazione de’ Tedeschi fe credere al marchese di Lede, che forse il conte di Mercy pensasse d'impossessarsi di Taormina, per aprirsi così la strada a Messina; e in questo dubbio spedì a quella parte alcune compagnie di soldati, i quali ebbero ordine di fare delle larghe fossate in quella campagna da quella parte, che viene volgarmente detta de’ giardini.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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