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      Proseguì il Mercy il suo cammino, attraversò il monte Toro, venne al castello di s. Alessio, e poi al forte Agrò, che di leggieri prese; passò di poi alla Scaletta, che trovando ben munita, tralasciò di assediare, e si avvicinò a Messina, presso cui si accampò a’ 20 del mese. Dopo due giorni, che servirono di riposo alle truppe, si accinse a far l’assedio del castello di Gonzaga, che durò 15 giorni. Gli Spagnuoli, dopo di essersi difesi con molto valore, furono costretti a renderlo a’ 6 del seguente agosto (2139).
      Preso questo castello cominciò il Mercy a far bombardare la città. Era Messina divisa da’ partiti. I Tedeschi vi aveano molti favorevoli a Cesare; ma nella maggior parte erano gli abitanti dichiarati per la Spagna, fra’ quali i principali erano gli ecclesiastici (2140). Ciò però, che angustiava l’uno, e l’altro partito, era appunto la carestia de’ viveri, che suole sempre provarsi negli assedî. La città di Palermo non trascurò di occorrere al loro bisogno, avendo spedite molte barche cariche di frumenti, e di farina, che sarebbono state bastanti ad alimentarli per sei mesi. Catania con parecchi luoghi vicini ebbe la stessa premura di soccorrerli, somministrando del pari de’ viveri. Ma lo Spinola, che comandava le armi spagnuole, sotto il pretesto che queste provvigioni stavano più sicure nella Cittadella, le facea ivi trasportare, e con grandissima parsimonia le dispensava a’ cittadini, contando di valersene, quando quella fortezza sarebbe stata assediata, per satollare la numerosa guarnigione, che montava a più di quattro mila uomini (2141).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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