Fu cercato dunque uno abboccamento col conte di Mercy, fu stipolata la capitolazione con onore della Spagna, ed a’ 20 ottobre furono aperte le porte della Cittadella. Dopo due giorni il marchese Spinola colle sue soldatesche s’imbarcò, e andossene al suo destino. Entrò allora nel porto la squadra inglese, ed a’ 29 dello stesso mese fu cantato il Te Deum alla cattedrale di Messina, nella quale fe il pontificale l’arcivescovo, e fu veduto assiso in soglio il conte di Mercy, come se fosse insignito della dignità viceregia (2151).
      Da che il marchese di Lede si accorse, ch’era disperato il caso della Cittadella, si sottrasse dalle vicinanze di Messina, e andossene, non in Agosta, come scrisse il Muratori (2152), ma a Castrogiovanni, giusta lo avviso del Mongitore (2153), città ch’è il centro dell’isola, da cui era a portata di occorrere ad ogni bisogno: e spedì intanto in Palermo trecento de’ suoi soldati ammalati, che giunsero a’ 30 di settembre (2154). Sospettava egli a ragione, che gli Alemanni impadronitisi della valle di Demona, si sarebbono rivoltati a discacciare gli Spagnuoli da quella di Mazara: e perciò cominciò a spingere in queste parti le truppe necessarie alla difesa, disponendosi a venire in persona per comandarle. Infatti a’ 29 di novembre comparve in Palermo il marchese Spinola uno de’ suoi luogotenenti, e lo stesso giorno in Morreale arrivarono sei mila soldati, che tosto partirono alla volta di Trapani (2155).
     
      CAPO VIII.
      Continuazione del governo del marchese di Lede nei luoghi soggetti alla Spagna.