Gl’inviati di questo magistrato furono i due principi di Palagonia, e di Scordia, i quali si presentarono a’ 7 del mese al Mercy, che li ricevette cortesemente. Fu del pari accolto con gentilezza il marchese di Lede, che con molti uffiziali del suo campo era andato a visitarlo; a cui il Mercy il giorno seguente rese lo stesso complimento. Fu fatta la medesima accoglienza al principe di Resuttano, e al marchese di Regalmici spediti dal senato; ma più di ogni altro fu trattato con singolare distinzione il pretore conte di s. Marco, di cui il Mercy avea molta stima per le provvidenze date affine di conservare la città, e con cui si trattenne a ragionare molto tempo (2171).
      Fra gli articoli convenuti nel trattato mentovato vi era quello, che le truppe spagnuole dovessero ridursi nella città di Termini, dove si sarebbono imbarcate per ritornarsene in Ispagna. Cominciò dunque lo esercito del re Cattolico a marciare verso quella città a’ 9 di maggio, e per lo stesso destino partì il marchese di Lede, che abbandonò Palermo per sempre. Nel dì 10 furono aperte le porte de’ castelli, e vi entrarono le soldatesche tedesche, porzione delle quali fu divisa in diversi quartieri. A’ 12 fu trasportato in città il bagaglio del conte di Mercy, il quale nel giorno di appresso fe il pubblico ingresso, e andò a fissare la sua abitazione allo arcivescovado, ch’era voto, giacchè lo arcivescovo Mr. Gasch trovavasi tuttavia in Roma. La mattina de’ 14 scese alla cattedrale, dove fu cantato il Te Deum, e furono recitate alcune orazioni in rendimento di grazie all’Altissimo.