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      Molte grazie furono dimandate allo augusto sovrano in questa adunanza, che non si trovano ne’ capitoli del regno; ma stanno registrate nel tomo II de’ parlamenti del Mongitore (2180). Di alcune di esse ne fu soppressa la dimanda; e per le altre il vicerè ordinò, che se ne mandassero le suppliche a S. C. M. Differì lo augusto principe a rispondere fino a’ 22 di settembre dell’anno 1723, e nel suo dispaccio dato in questo giorno in Praga, dove dimorava, ne accordò alcune, e per le altre si riserbò a provvederle, dopo che vi avesse fatta una più matura riflessione (2181). Fra quelle, che si degnò di concedere, fu la prima quella di confermare i capitoli, o prerogative, e i privilegi ch’erano stati accordati alla Sicilia da’ serenissimi re; ma fino alla morte di Carlo II d’Austria. La seconda, che potesse il regno mantenere alla corte di Vienna un suo agente, o deputato, purchè non fosse alcuno de’ baroni feudatarî; il quale dovesse scegliersi col consenso del vicerè: e ciò affinchè questi potesse assistere presso il sovrano, e i di lui ministri per tutto ciò, che riguardasse il benefizio della nazione. La terza era stata già accordata sin dall’anno antecedente, cioè il diploma di grande di Spagna concesso al senato di Palermo, come si dirà al capo seguente.
      La morte di Clemente XI, che dopo un tempestoso pontificato finì di vivere a’ 19 di marzo 1721, e la elezione del buono, e santo Innocenzo XIII creato papa agli 8 del seguente maggio, faceano sperare che potesse darsi la ultima mano alla pace fra la corte di Roma, e quella di Sicilia.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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