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      Avea egli eletto per pretore della città di Palermo in questo anno Francesco Morso, principe di Poggioreale, cavaliere integerrimo, ed amante della patria; ma pensava di lasciarvi per senatori quegli stessi, che aveano amministrata l’annona della città col pretore passato, il principe di Resuttano, per ricompensare così le fatiche straordinarie, ch’eglino sofferte aveano nella infelice occasione del terremoto del primo di settembre dell’anno antecedente. Così almeno n’era precorsa la voce. Il principe di Poggioreale, che sapea, che non fosse corsa buona fama della condotta di questi cavalieri (2205), soffriva a malincuore di averli per compagni, e per non disonorarli da una parte, e non rendere dall’altra sospetta la sua futura amministrazione, entrandovi con essi, prese lo espediente di mandare al vicerè in Messina la renunzia di questo posto. Lo Almenara, che conoscea il merito di questo magnate, non volle accettare la scusa, e lo pressò con lettere molto seducenti ad ubbidire; ed egli si arrese, ma sulla condizione, che segli dassero nuovi senatori, al che consentì per modo il vicerè, che gli ordinò che facesse la nomina di quelli, ch’ei desiderava, e credea più opportuni al servigio del pubblico. Il Morso dunque contento, che fossero accettate le sue istanze, nominò dodici soggetti, acciò il vicerè fra questi scegliesse quelli, che gli fossero più a grado.
      Mentre il principe di Poggioreale aspettava da Messina le cedole viceregie a favore delle persone, che avea proposte, restò sorpreso nel vedersi arrivare la conferma de’ passati senatori.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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