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      Le premure, che si diedero i detti cavalieri per questo collegio, furono la cagione, per cui i Gesuiti si affrettarono di aprire il loro, ch’ebbe il suo principio a’ 31 dello antecedente agosto. Così le gare fra i nobili, e i Gesuiti produssero il benefizio alla città di avere, in vece di uno, due collegî, che servissero alla educazione delle famiglie nobili.
      Essendo la Sicilia in questi tempi tranquilla, e libera da ogni esterna guerra, il conte di Sastago si applicò a renderla felice nel suo interno. Erano le vie pubbliche infestate da’ ladri, i quali turbavano il riposo de’ viaggiatori, e nuocevano alla sicurezza del commercio. Ordinò dunque questo vicerè, prescrivendo severe pene, che codesti perturbatori della umanità fossero conquisi, e per quanto fu in suo potere, ne venne finalmente a capo, avendo incusso gran timore, collo esempio di Vittorio Amedeo, a quei nobili, che si recavano a gloria di proteggere codesti malandrini (2216).
      Intanto dalla corte di Vienna arrivò il dispaccio, che prescrivea la pubblicazione, e la esecuzione della bolla benedittina per conto del tribunale della monarchia. Era questo in data de’ 10 di novembre 1728. Per esso si comunicava al vicerè la concordia fatta col papa, e segli ordinava, ch’egli formasse una prammatica, in cui dando conto della medesima, ne inculcasse la osservanza. Fe egli stendere la legge prammaticale dai suoi ministri, ed a’ 15 di febbraio 1729 la fece promulgare dal pubblico banditore, come leggesi nel luogo indicato delle sicole sanzioni (2217).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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