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      In capo a poco nella riviera di levante di quella repubblica si videro arrivare quattro mila soldati da cavallo, che dalla Linguadoca erano venuti in Antibo, e di là per mare erano stati trasportati nella detta riviera. Tutte queste truppe unite si avviarono nella maggior parte verso la Toscana (2242). Non parea necessaria così poderosa armata per questo ducato, dove era stato già riconosciuto per principe ereditario lo infante Carlo Borbone, e dove si era contentato il gran duca, che vi stessero di presidio le milizie spagnuole, che sino dallo antecedente anno vi erano state spedite. Laonde ciascheduno allora si accorse, che la Spagna era unita colla Francia, e colla Savoja, e che avesse per oggetto il conquistare per questo principe i regni di Napoli, e di Sicilia. In fatti in capo a poco si vide egli in Parma, dove avea fatto qualche dimora, qual generalissimo dell’armata, concertare col marchese di Montemar, col maresciallo di Villars, e col duca di Liria le operazioni della futura campagna (2243).
      Saputosi in Sicilia lo arrivo dello esercito spagnuolo, il conte di Sastago applicossi alla difesa del regno a sè affidato; e poichè gli mancava il denaro, giacchè gli ottocento mila scudi offerti nell’ultimo parlamento non si erano esatti interamente, al 1° di gennajo dell’anno 1734 spedì le circolari a tutti i parlamentarî, chiamandoli per li dieci del seguente febbrajo ad una straordinaria adunanza (2244). Questa fu differita per varî ostacoli, che nacquero, come spesso suole accadere, sino a’ 18 di aprile, come diremo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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