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      Dopo il di lui arrivo cadde il giorno di s. Carlo, sacro per il nome del nuovo sovrano, e perciò a celebrarne la ricordazione furono fatte le solite salve reali da’ castelli, e dalle fortezze della città. Avrebbe dovuto secondo il consueto dare il vicerè una festa la sera nella galleria del regio palagio (2277), ma siccome, essendo egli venuto in Sicilia per poco tempo, non avea seco portato lo equipaggio necessario, per potere con decoro trattare la nobiltà, perciò non potè celebrare nel regio palagio questo fausto giorno. Vi supplì nondimeno la generosità del principe della Cattolica, ch’era allora il pretore della città, il quale invitò nel palagio suo proprio il vicerè, la nobiltà, i militari, e il ministero, che fe servire a sue spese con isquisiti sorbetti, e confetture, ed intrattenne col piacevole divertimento della musica (2278).
      Nello stesso mese di novembre promulgò il conte di Montemar due ordini, che hanno [541] la data del giorno tredicesimo, e furono affissi a’ cantoni della capitale, e delle altre città, e terre del regno. Riguardava il primo i ladri, che infestavano le vie pubbliche del regno. Rinnovò egli con questo dispaccio l’antica pena prescritta dal re Vittorio Amedeo di Savoja a tutti i capitani, e baroni delle terre, ch’erano per lo più i protettori di questi malandrini, cioè di dover eglino pagare i furti, che fossero accaduti nel territorio della loro giurisdizione; legge che sembra alquanto dura, ma necessaria per togliere queste infami protezioni, e per tenere vigilanti i baroni, e i capitani delle terre, acciocchè i ladri non vi allignassero, la quale se si eseguisse con rigore, si camminerebbe in tutta sicurezza per le strade del regno.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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