Essendosi di poi destinato il dì 5 di dicembre per la pubblica funzione, andarono in sfarzosa gala al regio palagio, e furono ricevuti dal re assiso in soglio cogli stessi onori, che sogliono accordarsi agli ambasciadori de’ principi, e gli ambasciadori del senato, come rappresentanti un grande di Spagna, ottennero anche la grazia di coprirsi innanzi al re. Il grazioso monarca li ricevette colla sua innata umanità, e li assicurò che presto sarebbe venuto a consolare la Sicilia colla sua real presenza. Fu data allora alle stampe la relazione dello arrivo di questi ambasciadori in Napoli, e della solennità, con cui eseguirono la loro commessione (2282). Il conte di Montemar fu poi uno degl’invitati a’ due lauti desinari, che diedero, prima gli ambasciadori della deputazione del regno, e poi quelli dello eccellentissimo senato di Palermo.
     
      CAPO XIII.
      Il conte di Marsigliac nominato presidente del regno, e di poi nella stessa carica il marchese di Grazia Reale, Pietro de Castro Figueroa.
      Il pachetto consegnato dal conte di Montemar al protonotaro del regno, per aprirsi, dopo che ei si fosse allontanato dieci miglia dal porto di Palermo, dissigillato contenea un dispaccio viceregio sottoscritto lo stesso giorno della partenza 29 di novembre, con cui era eletto presidente del regno il conte di Marsigliac, o Marcellac, come leggesi nelle sue [542] sottoscrizioni, che trovavasi allo assedio di Messina (2283). Fu dal protonotaro suddetto comunicata questa elezione a’ capi de’ tribunali, e al senato di Palermo, e delle altre città, e fu registrata la cedola viceregia, e spedita in Messina.