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      Era questo cocchio seguito da un altro tirato parimenti da sei cavalli, in cui stava il primo cavallerizzo del sovrano, ed alcuni gentiluomini di camera di esercizio. Era la terza carrozza di rispetto, e vota, tratta da otto destrieri. Seguivano questa in confuso i nobili, e i cortegiani a cavallo. Marciavano indi quattro battitori della guardia del corpo, e di poi compariva il cocchio reale, in cui era S.M., e inoltre il principe Corsini, cavallerizzo maggiore, il conte di S. Stefano maggiordomo maggiore, il capitano della guardia del corpo, Lelio Caraffa, marchese di Arienzo, e il gentiluomo di camera di settimana. Intorno a questa carrozza, in cui era il re, stavano i di lui pagi a piedi, innanzi a’ quali, e vicino a’ cavalli eranvi quattro cavallerizzi. Chiudea la marcia la compagnia delle guardie del corpo co’ suoi uffiziali, battendo i taballi, e sonando le trombe.
      Si presentarono, smontati che furono dalla carrozza, il principe di Butera, e il conte di s. Marco allo altare maggiore, dove stava lo arcivescovo vestito pontificalmente, e sedente sul suo faldistorio, cui presentarono la corona, lo scettro, ed il cinto, che presi dallo arcidiacono furono collocati sulla mensa dello altare. Giunse intanto il re in abito giornaliero, e senza spada, nè fu incontrato da veruno; ma presa l’acqua benedetta dal suo elemosiniere, andossene direttamente alla camera preparatagli per vestirsi. Comparve in capo a pochi minuti con un giubbone, e con braconi senza cappello, e senza spada, e in questo abbigliamento fu presentato allo arcivescovo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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