Preparatosi adunque il principe Corsini per venire in Sicilia ad assumere la nuova carica, s’imbarcò su i primi di marzo sopra un vascello inglese, e a’ 7 dello stesso mese arrivò felicemente nel Molo di Palermo, e vi sbarcò. Non prese subito possesso, ma si trattenne, come è costume di tutti quasi i viceregnanti, alla così detta Quinta Casa per tre giorni, [557] dove fu trattato lautamente a spese del senato. Nel dì 10 poi, volendo usare ogni riguardo al marchese di Grazia Reale, andò al regio palagio a prenderlo colla sua carrozza, e lo condusse a bordo del medesimo vascello; e dapoichè si fu questi imbarcato, montò nel cocchio senatorio, e venendo nella via del Cassero, si recò alla cattedrale, dove era aspettato da’ ministri del sacro consiglio, e dalla nobiltà, e ricevuto dallo arcivescovo, e dal capitolo prese il consueto possesso (2330).
      Cominciò il principe Corsini a governare il regno molto lodevolmente. Invigilava egli alla retta, e pronta amministrazione della giustizia, e trattava la nobiltà con molto contegno: carattere necessario in un governante, acciocchè i potenti non abusino della confidenza, che fosse loro mai accordata. Non frequentava le case de’ magnati, se non nelle occasioni, nelle quali la polizia ricercava che vi andasse; e nondimeno non lasciava allora di sostenere il suo grado, mantenendo sempre una certa gravità, che lo facea rispettare. Dava in certi determinati giorni festivi de’ desinari, a’ quali invitava i più distinti personaggi del paese, che fossero o prelati, o cavalieri dell’ordine di s. Gennaro, o gentiluomini di camera, o uffiziali maggiori: ma nel pranzo i discorsi non erano, che gravi, e decenti.