Questo fu il primo atto fatto dagli ordini dello stato (2339). Di poi per un secondo atto confermarono i soliti donativi ordinarî, come si erano offerti negli antecedenti parlamenti, e per le cause proposte dal vicerè esibirono un donativo straordinario di dugento mila scudi da ripartirsi nella maniera, che si legge negli atti di questa assemblea (2340), nella quale non fu omesso il solito regalo al vicerè, al suo cameriere maggiore, e a’ regî uffiziali.
      Fu il grazioso dispaccio comunicato a tutti gli ecclesiastici, e di poi promulgato ne’ capitoli del regno (2341) una colle lettere viceregie. Mr. Domenico Rossi, capo del braccio ecclesiastico, ch’era succeduto al difonto Mr. Basile nello arcivescovado di Palermo, non solamente lo partecipò a tutti i vescovi, ma in riconoscenza del singolare privilegio, che ricevevano i nazionali del ceto ecclesiastico dalle mani del generoso sovrano, ordinò ancora con suo editto, che a’ 21 di aprile, in cui terminava la così detta novena reale, si dovesse esporre in tutte le chiese della diocesi il Sacramento dello altare, e cantare l’inno ambrosiano, pregando Iddio per la conservazione di S.M., e sonarsi le campane al segno, che ne avrebbe dato la cattedrale, dove egli andò nel detto giorno, ed assistè pontificalmente alla messa, e alla processione (2342).
      Tre grazie furono dimandate in questo parlamento; la prima che si facesse la numerazione delle anime, ad oggetto di uguagliare i pesi nella distribuzione de’ donativi: la seconda, che si dasse riparo al disordine delle fabbriche de’ luoghi pii, che tendeano a guastare la simmetria della città; e la terza, che si ovviasse alle frodi, che gli ecclesiastici commettevano per iscansare di pagare le gabelle.