In somma fu fatto quanto si potea pensare di più magnifico per eseguire i reali ordini.
      Un altro mezzo trovò il re Carlo per animare il commercio in questo stesso anno. Introdusse ne’ nostri regni gli Ebrei, gente industriosa, e che possono riputarsi come i maestri del traffico. Noi abbiamo altrove additato il prodigioso numero, che ven’era in Sicilia, qual profitto ne traggea il regno, e con quali strazî sieno stati discacciati l’anno 1492 dal re Ferdinando II (2357). Sapendo eglino i mali, che sofferti aveano dagli Spagnuoli, era malagevole lo attirarveli; e perciò il nostro monarca per adescarli, accordò loro varî privilegi, ed esenzioni, se [563] ritornavano. Il real dispaccio, con cui si permettea loro di poter trafficare ne’ nostri regni, fu dal re segnato a’ 3 di febbraio di questo anno, fu comunicato dal vicerè principe di Corsini a’ 19 dello stesso mese, e rinviensi nella raccolta degli editti, proclami, ed ordinazioni appartenenti al supremo tribunale del commercio (2358). Contiene questo diploma trentasette articoli, tutti interessanti la nazione ebrea, ed utili a vantaggiare il nostro commercio. Si accorda loro un ampio salvocondotto per venire colle loro famiglie ad abitare negli stati di S.M., per lo spazio di cinquant’anni, trascorsi i quali si permette a’ medesimi che vi potessero dimorare per altri cinque anni, ad oggetto di sbrigare i loro affari, riscuotere i debiti, vendere, cedere, e in altro modo distrarre i loro beni stabili, e trasportarsi comodamente i mobili; promettendosi in questa occasione le navi, e le barche, o i cavalli, ed altri carriaggi per condurli co’ loro mobili da un luogo all’altro, senza punto alterarsi i consueti noli, e condotte.