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      Siccome eglino non portavano alcuna marca di distinzione, e cingevano la spada, come gli altri, non era agevole lo iscuoprirli, e saranno restati confusi, se pur vi vennero, cogli altri cittadini. Ma neppure poterono allignare nel regno di Napoli, giacchè per diverse cagioni (2359), senza che il re li licenziasse, da per loro se ne partirono in questo istesso anno (2360).
      Fu più utile al commercio il trattato di pace, di navigazione, e di commercio, che fu conchiuso a’ 3 di giugno dell’anno 1741 per mezzo di Giacinto Voschi, plenipotenziario del re, fra questo monarca, e la reggenza di Tripoli. Questo trattato fu simile a quello fatto colla Porta, e fu stampato, prima in Napoli dal regio stampatore Francesco Riccardi, e poi coi torchî di Francesco Cichè in Palermo nella raccolta degli editti, proclami ed ordinazioni per il supremo magistrato del commercio (2361). Nell’uno e nell’altro di codesti trattati sono ammessi i sudditi delle rispettive potenze, che contraggono, ad una libera navigazione, promettendosi dall’una, e dall’altra parte, che saranno trattati anche nei pagamenti dei dazî, e delle dogane, come i vassalli delle altre potenze amiche. Si permettono i consoli, o altri ministri nei porti marittimi. Si provvede a’ beni di coloro dei [564] sudditi, che morissero negli stati di alcuna di queste potenze, ancorchè non avessero fatto testamento prima di morire. Si assicura la sorte di quei, che vivono, ne’ litigi, ne’ beni, e ne’ delitti. Si obbligano i principi contraenti a non permettere, che alcun nemico dell’uno, o dell’altro possa armare nei loro porti bastimenti da guerra.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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