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      Il duca di Laviefuille perciò, facendo rilevare al sovrano i disordini, che nascevano dallo eccessivo potere, che i vescovi, e gl’inquisitori aveano usurpato, ottenne un dispaccio reale, con cui era ristretto il foro del s. uffizio, e facendosi rivivere la prammatica catalana, si vietava di scomunicare i vassalli del re (sotto il cui nome non vengono, che i baroni, e i ministri), se prima non se ne fosse dai medesimi ottenuto il consenso del governo. Giunse questo dispaccio a 13 di ottobre di questo anno.
      Entrando l’anno 1750 si videro innalzate nella piazza di s. Domenico presso la colonna di marmo, in cui sta eretto il simulacro della concezione, le due statue di bronzo di Carlo III, e della regina Amalia. Prima di venire al dominio del nostro regno questo sovrano, erano nello stesso sito quelle del medesimo metallo dello augusto imperadore Carlo VI, e dell’augusta imperadrice Elisabetta Cristina di Brunsvick Wolfembutel; ma entrate le armi spagnuole, furono queste tosto levate, e col bronzo delle medesime se ne fusero due altre a’ nostri sovrani. Queste nel dì 7 di febbrajo furono privatamente collocate sopra gli stessi piedistalli, su’ quali erano quelle degli augusti suddetti, e restarono coperte con certi padiglioni di dammasco fino al giorno seguente, in cui sulle ore diciotto arrivò in quella piazza il vicerè duca di Laviefuille, ed entrato nella chiesa de’ pp. Predicatori, dove fu incontrato dal senato, e dalla primaria nobiltà, fatta breve orazione, ricomparve nella piazza, e diè segno colla pezzuola.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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