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      Così fece, ma trovò la maggior parte dei teologi, che adoprò, di avviso, che dovesse rivocarsi lo editto. In forza di questi voti, che volle sottoscritti, ai 28 di ottobre ordinò la rivocazione consultata; ma nel giorno seguente, pentitosi di ciò che fatto avea, impedì che fosse registrato l’ordine dato nel dì antecedente. Vedendo i protettori dei monasteri delle monache la volubilità del Cusani, fecero nuovo ricorso al vicerè, il quale mandò di nuovo il suo consultore al prelato, protestando ch’ei non potea far di meno di non render conto al sovrano colla posta, che dovea partire ai 30 del mese, di questo scompiglio, ch’era in città. Pressato lo arcivescovo, e temendo che il re non prendesse ombra contro di lui, quasi che suscitasse dei tumulti, comandò al maestro [593] notaro, che registrasse la rivocazione dello editto, e ne dasse copia a tutti i monasterî (2423). Così terminò questa briga, che avea durato per lo spazio di 19 giorni, e che la prudenza del vicerè seppe far sopire, e cessarono i discorsi sopra di essa controversia, che aveano tenuti occupati tutti gli animi.
      Nel mese di dicembre ebbe la capitale il piacere di vedere compiuto il reggimento di cavalleria di Sicilia, formato dal principe di Campofranco. Fece egli la pubblica comparsa ai 9 del detto mese; marciò per il Cassero in ordine di battaglia, e venne a squadronarsi sotto le finestre del regio palagio. Ne restò molto soddisfatto il marchese Fogliani, e lo commendò. Fatta questa comparsa, andò a prender quartiere ai Borgognoni, ch’è il luogo destinato per la cavalleria.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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